La "Firenze " dell' Elba _ gli italiani all'estero
La città che venne indicata con questo appellativo da Johann Gottfried Herder è Dresda: Infatti nel pieno Settecento la città era cosmopolita e attivara numerosi artisti che qui trovano facilemente commissini, anche perchè la città stava vievendo un momento di rinnovamento,in quanto si andava precisando il suo ruolo di Capitale della Sassonia
La presenza Italiana , alla quale venne ad aggiungersi Bernardo Bellotto , che raggiunse la città nel 1747, era davvero cospicua. Primeggiavano l’architetto Gaetano Chiaveri, lo scultore Lorenzo Matielli, i pittori Pietro Rotari, Stefano Torelli e la friulana Felicita Sartori, già allieva a Venezia di Rosalba Carriera.
La presenza presenza di Bellotto non era certo casuale, poiché “l’italianizzante Dresda" era soprattutto legata a Venezia, del cui «mito» era ben informata, favorito esso da Augusto II il Forte e ancor più da suo figlio Augusto III il quale vi aveva soggiornato come principe ereditario Di qui si origna una predilezione artistica per tutto ciò che era veneziano. A Dresda inoltre vi era, per così dire, di casa, il venezianissimo quanto cosmopolita Giacomo Casanova.
Alla corte di Augusto III il pirrore ottene una posizione privilegiata: nel 1748 fu nominato pittore di corte e godeva della duplice protezione del re e del suo potente primo ministro, il conte Enrico Bruhl.
Per il re dipinse (1747-1754) una serie di tele di grande formato tuttora conservate nella Galleria di Dresda:
Si tratta di quattordici vedute in cui viene presentata la capitale in quattro parioramiche generali con l'Elba e le piazze, le vie e gli edifici più importanti.
una particolare attenzione fu riservata a quelli eretti per iniziativa di Augusto II, Augusto III e del BrühI - come lo Zwinger e la Hofkirche., che viene presentata ancora in costruzione.
L'imponente cattedrale fu voluta da Augusto III su progetto dell'Italiano Gaetano Chiaveri.
Il titolo dell'articoletto ci vuole ricordare quanto dell'immagine culturale e artististica dipenda dalla presenza di Italiani emigrati all'estero. In particolre lo stesso Bellotto non fece mai più ritorno alla sua Venezia ma visse a partire dai 26 anni tra Dreda, Vienna , Monaco di Baviera e infine Varsavia.
In tutte queste città ricoprì un ruolo importante e davvero fu il pittore delle corti europee.